Sono stati rinviati a giudizio 45 imputati coinvolti nell’inchiesta “Omnia Nostra” che ha portato all’arresto di 32 persone sul Gargano il 7 dicembre 2021 con le accuse a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio, estorsioni, detenzione di droga, rapina, e detenzione di armi. L’operazione dei carabinieri ha decapitato i clan Romito-Lombardi-Ricucci e Radunano. Un’organizzazione criminale che riforniva di droga le principali piazze di spaccio del Gargano. Un monopolio imposto con la forza di armi, furti, truffe ed estorsioni. L’inchiesta ha permesso di fare luce sulle attività illecite del sodalizio malavitoso, che operava nei territori di Manfredonia, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste. Tra i 45 imputati rinviati a giudizio ci sono anche 5 pentiti. In 19 hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato. Nel processo si sono costituiti parte civile i comuni di Manfredonia, Mattinata, Vieste, Monte Sant’Angelo, la Regione Puglia, la Camera di Commercio e la Federazione Antiracket. Particolarmente significativo il controllo esercitato sulla città di Vieste, tanto da generare una feroce guerra per il dominio dello spaccio che, negli ultimi anni, ha portato a più di 20 gravi fatti di sangue. Secondo le indagini, l’organizzazione mafiosa garganica in questione aveva messo le mani anche sul mercato ittico di Manfredonia, per la vendita all’ingrosso e al dettaglio di pesce, controllato attraverso due imprese, intestate a terzi, ma di fatto gestite da persone interne alla banda. I pescatori erano costretti a consegnare il pescato, in via esclusiva, a queste società.