Quando i carabinieri lo hanno bloccato aveva ancora gli abiti insanguinati e nella sua vettura c’era l’arma del delitto. Ha scelto di rendere dichiarazioni spontanee al pm questa mattina, in cui ha ammesso il duplice omicidio Taulant Malaj, il panettiere 45enne che ieri a Torremaggiore ha ucciso con un coltello da cucina la figlia 16enne e il suo vicino di casa il 51enne Massimo De Santis. Ferita gravemente anche sua moglie Tefta connazionale di 39 anni mentre si è salvato nascondendosi dietro un divano l’altro figlio della coppia un bambino di 5 anni. Le condizioni della donna restano stazionarie ma in prognosi riservata raggiunta da sei coltellate all’addome. La donna è casalinga ma ogni tanto lavora come badante ad alcuni anziani del paese. I due sono sposati da 17 anni.

La furia omicida è nata, come ha dichiarato lo stesso Malaj, per un raptus di gelosia. Il 45enne ipotizzava una relazione tra sua moglie ed il 51enne. Circa 20 i fendenti sferrati tra torace, addome e testa per uccidere il commerciante Massimo De Santis nell’androne del palazzo a Torremaggiore dove vivevano. Il primo ad esser stato colpito dopo che Malaj lo aveva atteso di rientro dal bar di cui era titolare e nel quale lavorava. Poi la furia omicida si è spostata in casa in cui la figlia 16enne, Gessica, si sarebbe frapposta, tra il padre e la madre trovando poi la morte nel tentativo di calmare il 45enne. Almeno dieci i fendenti che hanno raggiunto la giovanissima ragazza. I legali del panettiere di Torremaggiore hanno spiegato come l’uomo ai carabinieri abbia anche chiesto come stesse sua figlia e dove fosse il bambino di 5 anni. Anche per questo i legali non escludono di avanzare una perizia psichiatrica. Secondo i carabinieri, però, è probabile che l’uomo volesse uccidere anche il figlio. Un indizio è nel video choc che l’uomo ha registrato e successivamente diffuso via chat ad alcuni amici mentre si trovava accanto ai cadaveri. Proprio un connazionale albanese residente nel nord Italia avrebbe allertato i carabinieri dopo aver ricevuto il macabro video.

“Si fa appello al senso di responsabilità dei cittadini, invitandoli, in ragione della tragedia familiare, a non divulgare ulteriormente video o immagini macabre e inappropriate, soprattutto nel rispetto dei familiari”, hanno spiegato i carabinieri in una nota e che stanno comunque lavorando per identificare chi, finora, ha condiviso quel video.