Si è avvalso della facoltà di non rispondere Vittorino Checchia, il 70enne ritenuto il complice dell’assassino di Francesca Marasco, la donna di 72 anni uccisa a coltellate, il 28 agosto scorso, durante una rapina nella sua tabaccheria, a Foggia. L’uomo, arrestato il 14 settembre scorso, si trova attualmente in carcere, dove è stato sottoposto ad interrogatorio dal Gip del Tribunale del capoluogo dauno, Marialuisa Bencivenga e dal pm Ida Perrone.

Secondo l’ipotesi accusatoria, l’indagato avrebbe progettato con il killer, il 43enne marocchino Redouane Mossli, il colpo alla tabaccheria, poi finito nel sangue, fornendo al rapinatore anche l’arma del delitto, i guanti e la mascherina chirurgica utilizzata per coprirsi il volto.

Fermato lo scorso 2 settembre alla stazione di Napoli, Mossli aveva ammesso le proprie responsabilità, riferendo agli inquirenti della presenza di un complice, conosciuto alcuni mesi prima nel centro di accoglienza di una parrocchia di Foggia.

Il giorno dell’omicidio, il 43enne fece irruzione nell’attività commerciale (nel primo giorno di riapertura dopo le ferie estive) con l’intento di rapinarla, aggredendo l’anziana titolare, che venne raggiunta da quattro coltellate, due all’addome e due al collo. Dopo aver abbandonato l’arma, l’uomo si era allontanato con 75 euro in contanti e due telefoni cellulari, bottino poi diviso con il complice.

La Procura di Foggia contesta a Checchia il concorso in rapina e in omicidio, perché avrebbe istigato il rapinatore e gli avrebbe fornito i mezzi per mettere a segno il colpo a mano armata. L’accusa ipotizza il concorso “anomalo” in omicidio, in base al presupposto che il 70enne poteva e doveva prevedere che la rapina potesse avere conseguenze tragiche come poi effettivamente avvenne. Accuse tuttavia respinte dall’indagato che, come fa sapere il suo legale, l’avvocato Carlo Gesueto, si dichiara innocente.