I finanzieri della Compagnia di Manfredonia, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia, e i Gruppi di Lodi e di Verona, con unità cinofile e un elicottero della Sezione Aerea di Bari, hanno eseguito cinque provvedimenti cautelari (4 in carcere e uno ai domiciliari) e perquisizioni per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’inchiesta è indagato per favoreggiamento anche un ex assessore e consigliere del Comune di Manfredonia.

Secondo l’accusa alcuni degli arrestati si sarebbero rivolti a lui per sapere se erano in corso indagini o controlli delle forze dell’ordine. Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno ad oggetto la movimentazione di ingenti quantitativi di droga con il nord Italia e le attività di spaccio, prevalentemente nei lidi balneari durante la stagione estiva.

Le indagini, che hanno portato agli arresti, sono state avviate nel marzo del 2023 dopo il sequestro di 18 chili di hashish durante un posto di controllo stradale alla periferia di Manfredonia. Il conducente del veicolo – ricostruiscono i finanzieri – non si era fermato all’alt delle forze di polizia e aveva abbandonato la vettura ed il carico di droga fuggendo a piedi nelle campagne. Le indagini hanno permesso – secondo l’accusa – di raccogliere precisi elementi indiziari sul ruolo dei sette indagati, cinque dei quali sono stati raggiunti dalla misura cautelare. Si tratta di Elia Fatone, di 43 anni, Pasquale Murgo, di 47, Michele Calderara, di 28, e Matteo Colafrancesco, di 45, condotti in carcere, mentre è ai domiciliari Annapia Castigliego, di 39 anni. E’ indagato a piede libero per favoreggiamento anche un ex assessore e consigliere del Comune di Manfredonia.

Si tratta di Damiano D’Ambrosio che ha subito una perquisizione questa mattina durante la quale gli sarebbe stato sequestrato il telefono cellulare. Stando alle accuse a lui si sarebbe rivolto un indagato per conoscere se a suo carico fossero in corso indagini. Stando agli accertamenti investigativi, i cinque arrestati sarebbero coinvolti nella movimentazione di ingenti quantitativi di droga verso il nord Italia, partendo da una base logistica di Manfredonia, e nell’attività di spaccio, prevalentemente nei lidi balneari durante la stagione estiva. Lo stupefacente veniva chiamato “Gorilla”, “Ferrari” o “Porsche”.