Parla di “atteggiamento quantomeno superficiale delle locali autorità religiose” il gup del Tribunale di Bari Giovanni Anglana nelle motivazioni della sentenza con cui nei mesi scorsi ha condannato Giovanni Trotta, ex sacerdote ed ex allenatore di una squadra di calcio giovanile della provincia di Foggia, alla pena di 8 anni di reclusione per violenza sessuale su un 11enne.

Trotta sarà inoltre processato a partire dal prossimo 5 giugno dinanzi al Tribunale di Foggia per abusi su altri nove minorenni, di età compresa tra i 12 e i 13 anni.

Gli hanno consentito “addirittura – scrive il gup – di continuare ad indossare il clergy (il colletto bianco delle camicie usate dai sacerdoti) e a farsi chiamare don Gianni; così permettendo all’imputato di continuare impunemente a frequentare minori e a farne oggetto delle sue abominevoli perversioni”.

Il giudice definisce poi l’imputato “abituale adescatore di minori via internet” e sottolinea “la serialità patologica delle condotte”