Si è chiuso il lavoro delle commissioni antimafia a Manfredonia e Cerignola. Sei mesi di duro lavoro a caccia di possibili infiltrazioni criminali nella macchina amministrativa di due tra i più importanti comuni della provincia di Foggia. Giunti il 9 gennaio scorso, i commissari hanno ottenuto una proroga di altri tre mesi ad inizio aprile per approfondire ulteriori aspetti della gestione amministrativa dei due enti. Adesso l’iter porterà ad una pronuncia del comitato per la sicurezza pubblica poi si esprimeranno gli uffici ministeriali, il Consiglio dei Ministri e infine il presidente della Repubblica che emetterà il verdetto. Il tutto non prima di settembre.

Ma stando ad alcune indiscrezioni raccolte dalla nostra testata in questi mesi, i due comuni sarebbero ad un passo dallo scioglimento per mafia. Per quanto riguarda Manfredonia, già commissariata in seguito alle dimissioni del sindaco Riccardi, l’Immediato ha pubblicato alcune foto e intercettazioni che collegherebbero Giovanni Caterino, arrestato nell’ambito delle indagini sulla strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017, al vicesindaco Salvatore Zingariello. Inoltre, in riva al golfo non sono mancate le interdittive antimafia (l’ultima pochi giorni fa) e i sequestri di alcuni locali molto noti come il ristorante “Guarda che luna” e il lido della movida estiva “Bagni Bonobo”, entrambi riconducibili al clan Romito, storico gruppo criminale azzerato con l’uccisione del boss Mario Luciano Romito, morto ammazzato in quel giorno d’estate di due anni fa a San Marco.

“Bagni Bonobo” è stato interessato di recente dall’ennesima sentenza negativa per i titolari dello stabilimento. I giudici del Tribunale di Bari hanno detto no al “controllo giudiziario”, bocciando l’istanza dell’avvocato difensore Raul Pellegrini. Nella Biessemme srl, società che gestisce il lido, è presente tra i soci anche il consigliere comunale Antonio Conoscitore, ex delegato ai rapporti con l’Agenzia del Turismo di Manfredonia.

A Cerignola la situazione sarebbe più intricata e di difficile lettura. Mentre a Manfredonia è calato il silenzio dopo l’arrivo dei commissari, nel centro ofantino il sindaco Franco Metta ha scatenato una controffensiva pubblicando quotidianamente video su Facebook sulla situazione amministrativa dell’ente comunale, affrontando anche le questioni finite sotto la lente dei commissari, i quali avrebbero posto le loro attenzioni soprattutto su alcuni appalti. Anche a Cerignola le interdittive antimafia non si sono fatte attendere. Ben due spiccate dalla Prefettura di Foggia nei giorni scorsi, entrambe nei confronti di imprese operanti nel settore della gestione dei rifiuti e dei servizi. Una, la Mondoservice, si occupava della cura del verde pubblico, della vigilanza in villa comunale e del servizio di affissione. “La devono finire di dire che siamo mafiosi. Hanno rotto i coglioni”, ha detto Metta in un recente incontro con i dipendenti della società, anche questo postato sui social.

Sui casi Manfredonia e Cerignola, si era espresso così Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia in visita a Foggia qualche settimana fa: “Il vero problema è che noi sciogliamo il personale politico, il ceto politico, ma ci dimentichiamo che il Comune significa anche uffici e tecnostruttura. Il vero problema, per esempio, è che noi ci dimentichiamo le funzioni dirigenziali e magari l’infiltrazione potrebbe essere proprio nei quadri della struttura burocratica. Il vero dramma – aggiunse – sono gli scioglimenti reiterati. Ci sono comuni in Italia dove non si trova una via d’uscita e non si riesce ad andare ad elezioni”.

In provincia di Foggia sono due, al momento, i comuni sciolti per mafia: Monte Sant’Angelo e Mattinata, il primo nel 2015, il secondo nel 2018. A Monte lo scioglimento è stato confermato dal Consiglio di Stato (ultimo grado di giudizio) e gli ex amministratori sono stati dichiarati incandidabili. A Mattinata si è pronunciato di recente il Tar che ha sposato in pieno la relazione antimafia. Si attende ora il Consiglio di Stato. Anche in questo caso, il sindaco e i principali amministratori sono stati raggiunti dalla sentenza di incandidabilità. Se i comuni di Manfredonia e Cerignola saranno sciolti per mafia si andrebbe verso un lungo commissariamento della durata di 18 mesi, prima di procedere a nuove elezioni amministrative.

A Manfredonia la commissione era composta da Francesco Paolo D’Alessio, Viceprefetto, Michelina Di Carlo, Commissario Capo della Polizia di Stato e dal Tenente Francesco Colucci, Comandante della 3^ Sezione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia. A Cerignola, invece, erano presenti il Viceprefetto Angelo Caccavone, il Comandante del Reparto Operativo del Comando provinciale carabinieri di Foggia, Pierpaolo Mason e il Comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziario della Guardia di Finanza di Foggia, Francesco Salanitro.