Greenpeace fa sapere di aver documentato, durante la spedizione di ricerca in Adriatico “Difendiamo il mare”, la presenza di diversi rifiuti in plastica al largo delle Isole Tremiti, dove l’impatto rischia di compromettere un ambiente marino unico e ricco di biodiversità. Al largo dell’arcipelago, la spedizione “si è imbattuta in chiazze di materiale organico e rifiuti in plastica, come cassette in polistirolo, bottiglie, buste, sacchetti, guanti monouso e reti tubolari usate per l’allevamento delle cozze”, si legge in una nota.

Nei giorni scorsi Greenpeace e i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e del Cnr-Ias di Genova – con i quali ha organizzato la spedizione, insieme alla Fondazione Exodus – ha prelevato campioni di acqua per monitorare la presenza di microplastiche invisibili a occhio nudo: “Già nel 2017, nella stessa area, gli studi effettuati dall’associazione – precisa Greenpeace Italia – avevano rilevato valori estremamente elevati di microplastiche al largo dell’arcipelago, dove la dinamica delle correnti marine prevalenti in Adriatico convoglia materiali estranei all’ecosistema” locale.

L’inquinamento da plastica interessa anche spiagge e coste: in poco più di un’ora sono stati raccolti “oltre venti sacchi di rifiuti su una scogliera apparentemente ‘pulita’, tra cui tantissime cassette di polistirolo e bottiglie di plastica”, a Cala dei Turchi sull’Isola di Caprara, durante una giornata di pulizia organizzata da Greenpeace con il Parco nazionale del Gargano, la scuola primaria dell’Istituto Giovanni XXIII di Monte Sant’Angelo, i gruppi scout Agesci Torre Maggiore 2 e San Severo 1. Dopo le Isole Tremiti, la spedizione cominciata il 21 giugno proseguirà per Bari e poi l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, per concludersi il 10 luglio a Brindisi.