I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, unitamente al personale della sezione di P.G. del Corpo Forestale dello Stato, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno concluso articolate indagini di polizia giudiziaria che hanno consentito di individuare una frode a danno del bilancio comunitario, nazionale e della Regione Puglia pari a 5 milioni e 761.065 euro.

All’estio dell’attività investigativa è emerso che la Regione Puglia ha liquidato ad un’associazione temporanea di impresa una somma pari a 3.701.142,86 per l’esecuzione di opere di bonifica di un canale situato in località Lupara di Cerignola. In sede di redazione dell’atto unico di collaudo tecnico–amministrativo, veniva attestato, tra l’altro, che i lavori e le opere realizzate, avevano come oggetto il regolare “trasporto a discarica e smaltimento dei rifiuti non recuperabili”.

Alla luce della documentazione acquisita è stato accertato che su un’opera di movimentazione terra, pari a circa mc. 127.000, soltanto mc. 21.022 risultavano regolarmente trasportati e smaltiti in discariche autorizzate mentre il restante quantitativo, pari a circa mc. 106.288, è stato smaltito abusivamente, senza costi, in terreni ubicati in località Innacquata a Zapponeta, di proprietà di una società controllata da uno degli indagati e adibita, di fatto, a discarica non autorizzata di rifiuti speciali non pericolosi.

In relazione allo smaltimento abusivo dei rifiuti, l’esame approfondito della documentazione acquisita nel corso delle indagini ha permesso di accertare che alla associazione temporanea di impresa titolare dell’appalto era stata indebitamente liquidata e fatturata la somma di euro 2.467.838,00.

L’operazione truffaldina determinava l’ulteriore conseguenza, penalmente rilevante, consistente nell’omesso pagamento da parte della impresa appaltatrice della cosiddetta “ecotassa”, in danno della Regione Puglia, per un importo pari ad euro 3.293.227,40. Nei confronti dei sette indagati sono stati forniti validi elementi di prova che hanno consentito alla Procura della Repubblica di avanzare anche richiesta di sequestro preventivo per equivalente per recuperare le somme indebitamente percepite.

Il G.I.P. del Tribunale di Foggia, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto il sequestro dei beni detenuti dagli indagati fino alla concorrenza dell’ingiusto profitto pari ad euro 5.761.065 (contributi indebitamente percepiti per euro 2.467.838 + omesso versamento dell’ecotassa per euro 3.293.227).

Il provvedimento è stato eseguito nei giorni scorsi, dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia (che hanno curato le investigazioni relative all’indebita percezione dei contributi pubblici) congiuntamente a personale della Sezione di p.g. del Corpo Forestale dello Stato presso la locale Procura della Repubblica (incaricata degli accertamenti sullo stoccaggio illecito dei rifiuti). L’attività di contrasto agli illeciti in materia ambientale ed alle frodi in danno di enti pubblici, nella provincia di Foggia, prosegue senza soste, in piena collaborazione tra le forze di polizia, non solo per salvaguardare l’indebita distrazione di risorse pubbliche da destinare al recupero del territorio ma anche per salvaguardare la salute dei cittadini.