Usura, estorsione e violazione della legge bancaria. Per questi reati la polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Foggia hanno eseguito cinque misure cautelari in carcere nei confronti di altrettanti pregiudicati, quattro di Foggia e un romeno: si tratta di Rocco Tocco classe 1955, Michele De Leo classe 1976, Rosa Sciuscio classe 1980, Michele Ragno classe 1976 e di Vasile Paisa classe 1981.

L’attività di indagine è partita da una denuncia presentata presso gli uffici della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Foggia da parte di un imprenditore nel settore alimentare e della moglie, che a causa di una discreta scopertura con gli istituti di credito, nel 2013 si erano rivolti a Rocco Tocco per ottenere un prestito di 3mila euro. L’uomo gli aveva presentato il noto pregiudicato ‘Sciaraball’, assassinato nel 2015 da un colpo d’arma da fuoco Luigi De Stefano, che aveva preteso un assegno a garanzia di 3600 euro più numerose rate di 500 e 600 euro, per complessivi 8100 euro sino al marzo 2014, con un tasso di interesse annuo pari al 145,72%.

Numerosi saranno i prestiti che il De Stefano, sempre tramite Tocco, effettuerà a favore delle vittime, che a fronte di 20.700 euro ricevuti avrebbero dovuto restituirne 38100. A un certo punto De Stefano esce di scena, forse perché temeva di essere denunciato; delegherà Tocco per la riscossione dei soldi che a sua volta, dopo aver prestato altri soldi alle vittime, ne pretenderà anch’egli la restituzione con un tasso usurario, ponendo gravi minacce del tipo: “Io ti sparo, ti uccido”.

A quel punto le vittime si rivolgeranno anche a Vasil Paisa nel periodo dal 2013 al 2015, che a fronte di 11mila euro ne richiederà 18.300, come testimoniato anche dalle riprese video. Le parti lese si vedranno costrette, per un certo lasso di tempo, anche a cedere la propria attività commerciale in provincia. Il Paisa, a fronte di 12mila euro prestati, manifesterà l’intenzione di impossessarsi anche di un altro negozio a Foggia, dichiarando di essere disposto anche ad uccidere.

A questo punto gli esercenti, non riuscendo a pagare i due usurai, si rivolgono a un terzo aguzzino, tale Michele De Leo, presentato proprio da Tocco. Il De Leo, all’epoca agli arresti domiciliari, presterà varie somme di denaro per un totale di 9500 euro senza però ottenere la restituzione delle somme. Insieme a sua moglie, passa quindi alle minacce e rilevano il negozio della coppia per un breve periodo di tempo, nel corso del quale assumano fittiziamente la moglie del titolare a cui versano una somma simbolica di 100 euro settimanali. Nel frattempo la Sciuscio si rende protagonista di atteggiamenti minacciosi e vessatori ogni qualvolta si reca in negozio a riscuotere il denaro.

Rilevante è la condotta di Ragno, esponente di spicco della Società Foggiana del clan Sinesi, che aveva rapporti umani con le vittime e che si serviva del Tocco (che lo informava) e dei Di Leo-Sciuscio. In un’occasione rimprovererà in maniera veemente Tocco per via del ritardo dei pagamenti.